A proposito di Intelligenza Emotiva

 

Intelligenza_emotivaA proposito di Intelligenza Emotiva. Costruire buone relazioni interpersonali affettive e lavorative oggi è possibile grazie alla intelligenza emotiva

 

Perché, a volte le persone più intelligenti non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché il rendimento scolastico di bambini con una intelligenza brillante crolla se i genitori si dividono?

 

Perché l’intelligenza non basta per stabilire una serena vita familiare o lavorativa?

 

Fino a non molti anni fa l’intelligenza, patrimonio genetico, si valutava con test che misuravano il quoziente intellettivo, il così detto QI, fissando nella mente di molte persone che essere intelligenti voleva dire essere razionali, logici e matematici.

 

I genitori educavano così a nascondere le emozioni, ma gli studi sull’infanzia hanno dimostrato che, invece, le emozioni hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo della personalità e della maturazione del cervello, insomma sentimenti e cervello devono essere collegati.

 

Il nostro cervello, infatti, è composto da due emisferi, quello destro, creativo, intuitivo e quello sinistro logico e razionale

 

Quando una persona è considerata intelligente? I test sul QI, di solito, valutano la capacità elaborativa e la velocità di fare ragionamenti, l’intensità della curiosità verso continue conoscenze, valutano cioè il lavoro del cervello e i risultati che produce. Poco o nulla valutano della conoscenza di se stessi e delle capacità empatiche di un individuo.

 

Possedere, quindi, un QI alto sembra sia sinonimo di avere semplicemente ottima padronanza delle competenze didattiche o tecniche (Hard Skills). Nella vita reale però accade che tali competenze non appaiono sufficienti per gestire anche le naturali frustrazioni, le inevitabili divergenze, i conflitti e per costruire buone relazioni interpersonali affettive e lavorative. Per raggiungere ciò sembra sia necessario possedere anche le competenze socio emotive (Soft Skills) e affettive (Life Skills).

 

Saper ascoltare e comprendere, infatti, il nostro mondo interiore personale, saper decodificare le reazioni emotive proprie e quelle degli altri, permette di vivere più in armonia con la realtà, di ascoltare e riconoscere i bisogni, propri e altrui, di evitare errori di comportamento nelle relazioni interpersonali familiari, sociali e lavorative.

 

L’intelligenza non è tutto, sostiene Goleman psicologo, scrittore e giornalista statunitense, e a caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il QI si fonde con competenze quali l’autocontrollo, la pervicacia, l’empatia e l’attenzione agli altri: questa miscela si chiama intelligenza emotiva.

 

Le emozioni, dunque, influenzano il comportamento umano ed è bene tenerne conto fin dalla nascita dei bambini per insegnare loro a riconoscerle e gestirle. Sembra invece, che la società moderna sottovaluti e consideri l’educazione emotiva, auspicata fin dal 1993 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, poco importante con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi.

 

Il contesto sociale si sta deteriorando di giorno in giorno rendendo ancor più urgente la necessità di ricorrere all’intelligenza emotiva per arginare la deriva dei valori umani ed etici. Molte coppie scoppiano, i bambini sono disorientati e ribelli, assistiamo a continui episodi di spregiudicatezza, prevaricazione, violenza in ogni settore della vita privata e pubblica.

 

In questo scenario poco rassicurante, un segnale positivo giunge da diverse aziende internazionali secondo le quali, nella vita lavorativa, oggi fa la differenza possedere proprio le tre competenze: Hard Skills, Soft Skills e Life Skills.

 

Appare chiara quindi, l’utilità di introdurre anche tra le materie di insegnamento nelle scuole primarie, l’alfabetizzazione emozionale, perché nulla è più efficace per relazionarsi con gli altri ed avere serenità nella vita, che imparare a controllare le proprie emozioni, empatizzare con gli altri, porsi nell’ottica altrui per risolvere i conflitti in maniera non aggressiva.

 

Insomma l’avere intelligenza emotiva e l’essere empatici ci può aiutare a capire e capirsi di più, a fare crescere i bambini sicuri di sé, capaci di costruirsi il senso di responsabilità necessario per risolvere i problemi, per effettuare le scelte corrette e dedicarsi, soprattutto, a costruire un domani migliore per sé e per tutti noi. https://www.bambinooggiuomodomani.org/progetto

 

Orma

A proposito di Intelligenza Emotiva. Costruire buone relazioni interpersonali affettive e lavorative oggi è possibile grazie alla intelligenza emotiva

 

 

 

 

 

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