Aggressività e cultura della Pace

 

paranoia_potereAggressività e cultura della pace. La cultura della pace può vincere la paranoia del potere e il delirio di onnipotenza?

 

Nella storia dell’umanità possiamo trovare un comune denominatore nel fenomeno della guerra e della violenza in generale: l’affermazione del potere.

 

L’esercizio del potere dell’uomo sull’uomo o dell’uomo sulla natura, ha radici antiche: fin dalle società tribali fino ai giorni nostri, sciamani, capi di stato laici o religiosi, dell’economia, della finanza esercitano il loro potere chiedendo in cambio devozione, rispetto e dipendenza.

 

In particolare la dipendenza è diventata una condizione di norma nei rapporti sociali, ma non è “tutelata” e “regolata” dal rispetto dei valori e diritti umani che costituiscono, o dovrebbero costituire, l’etica di base della società.

 

Ciò è dimostrato dalle guerre  cui si è sempre tentato di dare una giustificazione in funzione di fini superiori, ma che in realtà prevaricavano e continuano a prevaricare i reali bisogni della popolazione.

 

Il fine implicito, infatti, è quello di allargare la sfera di potere e dominio in una escalation di paranoia del potere.

 

La paranoia del potere è un modello di rapporto sociale autoritario sia come quello del genitore quando ritiene suo diritto fare del figlio uno strumento del suo potere, fino a quello dei capi di stato che trovano giustificazioni, anche  pseudo-morali per aggredire e reprimere (guerre sante, portatrici di civiltà, ecc.) attorno al quale coagulare gli animi.

 

In questo delirio non ci sono né codici, né leggi, perché queste vengono generate dal potere stesso che di conseguenza si sentirà onnipotente e considererà gli individui solo catalizzatori dell’azione del potere.

 

Il potere, dunque, si nutre di se stesso e per questo è stabile e pericoloso in quanto, il paranoico ha sempre un nemico da cui difendersi e la difesa non solo giustifica la sopraffazione, ma addirittura la legittima.

 

È possibile dirigere l’aggressività verso una cultura della pace?

 

L’uomo ha la possibilità di esorcizzare un tale demone solo apprendendo modi di comunicare empatici e ri-affermando i principi morali ed etici che dovrebbero essere alla base ad ogni convivenza civile.

 

Cambiare comportamenti e stili di vita è abbastanza faticoso e richiede di organizzarsi in comunità che di questi ideali ne facciano la loro reale strategia di azione, capaci di educare alla prosocialità e ai comportamenti empatici in particolare le nuove generazioni.

 

Può sembrare un’utopia, e forse lo è, ma solo un’utopia può aprire uno spiraglio verso la cultura della pace raggiunta non sull’intervento repressivo dell’aggressività, ma trasformandola,  attraverso un  processo di apprendimento e di attivazione di norme, di valori, di competenze cognitive e di comportamenti, in una dinamica sociale di segno positivo. Comunichiamo PositivaMente

 

Orma

 

Aggressività e cultura della pace. La cultura della pace può vincere la paranoia del potere e il delirio di onnipotenza?

 

 

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