Come uscire dalla crisi del lavoro con tre competenze

Come uscire dalla crisi del lavoro con tre competenze. Competenze tecniche, per la vita e trasversali oggi fanno la differenza.

 

 

competenze_trasversali, uscire dalla crisiQuante volte ci è successo, assorbiti da mille problemi, di non dare realmente ascolto a chi ci sta dicendo qualcosa? Capita che durante un incontro squilli il nostro cellulare e diciamo “scusa devo rispondere … è importante”.

 

E lasciamo l’altro ad ascoltare la nostra conversazione…e se lui ci dicesse “ma io non sono importante, io che ti sto donando il mio prezioso tempo?

 

 

Poi ci sorprendiamo quando non siamo capiti o come mai facciamo tanta fatica a far passare le nostre idee, i nostri desideri, i nostri progetti, con il partner, i figli, gli amici, i colleghi, il capo ufficio…

 

Finalmente si punta sempre di più l’attenzione sull’importanza di acquisire le tre competenze per gestire efficacemente le relazioni interpersonali, le incomprensioni, i conflitti, sia nella sfera privata che in quella lavorativa.

 

La crisi dei valori umani ed etici, quella economica internazionale hanno sollecitato riflessioni di varia natura sulla struttura socio-economica che caratterizza i paesi occidentali e su come uscire dalla crisi  del lavoro.

 

La ricerca del benessere a tutti i costi, soggettivo ed individuale, da un punto di vista psicologico ha determinato e determina una profonda scissione della persona e delle sue modalità di agire e di relazionarsi sia in ambito privato che lavorativo. L’uomo non è al centro del sistema, ma ne è parte.

 

L’incertezza sul futuro della nostra società ha costretto a mutare le prospettive e a rivalutare aspetti finora poco considerati come l’aggregazione e la comprensione sociale.

 

Certo il cambiamento non è facile, conoscere i propri veri bisogni, riconoscere quelli dell’altro e della collettività, sono azioni necessarie per affrontare e gestire la crisi ed evitare di rimanerne stritolati.

 

Un segnale ci perviene anche dalla crisi del lavoro dove le aziende internazionali richiedono ormai tre  competenze: tecniche (Hard Skills), per la vita (Life Skills), trasversali (Soft Skills).

 

Nel 1993 l’O.M.S. per porre rimedio alla violenza nel mondo, alla caduta di valori umani ed etici ha individuato un nucleo fondamentale di dieci abilità per la vita (Life Skills) da insegnare alle nuove generazioni: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress (emotive); risolvere problemi, prendere decisioni, senso critico, creatività (cognitive); empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci (sociali). Il nucleo è stato ripreso dalla Comunità Europea con la Responsabilità Sociale d’Impresa (C.S.R.) e in Italia dal M.I.U.R. con il Patto di Corresponsabilità Educativa.

 

Le competenze trasversali (Soft Skills), cioè quell’insieme di caratteristiche personali ed emotive e di atteggiamenti e comportamenti sociali sono considerate estremamente rilevanti per un buon inserimento lavorativo, qualunque sia il ruolo aziendale da ricoprire,  in particolare in quello di manager o leader.

 

Nel mondo del lavoro infatti, persone dinamiche, flessibili, ottimiste, creative, con una forte etica del lavoro, con buone abilità comunicative, che sappiano lavorare in squadra, gestire lo stress e risolvere i problemi, oggi fanno la differenza.

 

Cosa succede in Italia? il sistema scolastico e universitario presenta svariate lacune e spesso finisce per fornire una preparazione nozionistica fine a se stessa. In una indagine promossa nel 2009 dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e citata da Psicologia Contemporanea n. 234, l’Italia è risultata simile al livello di Grecia, Macao, Lituania, Portogallo, Spagna.

 

Ancora su Psicologia Contemporanea n. 234, è citato uno studio effettuato da Tullio De Mauro linguista della Sapienza da cui emerge che  “il 71% della popolazione italiana si trova al di sotto del livello minimo di lettura e comprensione di un testo scritto in italiano di media difficoltà … poco più del 20% possiede le competenze minime per orientarsi e risolvere attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale italiana”

 

Ci si chiede: Se i giovani si affacciano nel mondo del lavoro con un livello minimo di alfabetizzazione/comprensione linguistica, quale sarà il livello delle loro competenze?

 

Se i vertici aziendali sono poco orientati verso l’importanza degli elementi relativi alla coscienza sociale e alla responsabilità sociale, quale sarà la qualità del vivere sociale nel contesto di lavoro e quanto peserà sul raggiungimento degli obiettivi aziendali prefissati?

 

Il drammatico naufragio della Costa Concordia per esempio, fornisce spunti di riflessione su come le competenze socio-emotive diventino di fondamentale importanza in ruoli come quello di comandante o di leader.

 

Cosa fare? Prima di tutto occorre che in Italia le istituzioni, ma anche le aziende, gli enti e i cittadini intraprendano nei fatti una politica educativa adeguata e soprattutto che investano in prevenzione e ricerca, ciascuno nelle rispettive capacità e competenze.

 

Nel mondo del volontariato l’associazione Bambino Oggi…Uomo Domani Onlus già da qualche anno è attiva con il progetto Comunichiamo PositivaMente in particolare nelle scuole primarie dove professionisti nella gestione delle relazioni interpersonali e dei conflitti, incontrano insegnanti e genitori per fornire ai bambini uniformità di messaggi educativi.

 

Si tratta di “allenare facendo pratica” come indica l’O.M.S., ad acquisire le abilità per la vita che possano permettere di rendere migliore il clima familiare, scolastico, lavorativo.

 

I risultati rilevati sono positivi al 100%, tuttavia la percentuale di adesioni registrata in ciascun anno è mediamente del 5%, una percentuale sottile che può rallentare l’auspicato cambiamento di comportamenti e di stili di vita dell’intera società alla base anche della ripresa economica.

 

L’estensione in progress del progetto su scala nazionale è non solo auspicabile, ma anche necessaria: il miglioramento infatti, delle relazioni interpersonali unitamente all’assimilazione di nuovi o diversi modi di agire, cioè acquisendo le tre competenze,  una volta fatti propri finiscono per diventare modus operandi ribaltabile sull’intera comunità e questa è la strada per uscire anche dal tunnel della crisi del lavoro.

 

Orma

Come uscire dalla crisi del lavoro con tre competenze

 

 

I commenti sono chiusi.