Come Comunicare PositivaMente con i Figli

 

Genitori sempre più nell’occhio del ciclone, o perché sono troppo permissivi, o fanno troppi regali, non pongono regole…A volte, però, proprio non riescono a capire cosa passa per la testolina dei bambini, quasi fossero alieni e, spesso, si trovano a fare i conti con i loro capricci o episodi che appaiono tali.

 

Il fatto è che si nasce figli e genitori si diventa senza che nessuno abbia insegnato …come si fa il genitore e come si fa ad impostare in modo semplice e costruttivo il dialogo. Ogni genitore è fondamentalmente un autodidatta e applica più o meno consapevolmente, le regole e i modelli che a sua volta ha imparato dai propri genitori. E così di generazione in generazione capita che regole e modelli spesso non siano più in linea con i tempi  in continuo progredire.

 

Come aggiornarsi e Comunicare PositivaMente con i figli?

 

Le librerie sono piene di libri e manuali, esperti ogni giorno profondono consigli e suggerimenti, ma…poi, è così complicato metterli in pratica da soli! Si impara, infatti, facendo esperienza: imparare a guidare un’auto facendo pratica di guida o imparare a Comunicare PositivaMente facendo pratica di comunicazione, il principio è lo stesso!

 

Vediamo come in una stessa situazione si possono mettere in atto due diverse modalità di interagire.

 

Conversazione n. 1

Figlio: oggi mi hanno mandato dalla preside

Genitore: cosaaa?!!?? Sei stato mandato dalla preside?!!??

Figlio: il professore ha detto che parlavo troppo

Genitore: bene!!!! ti serva di lezione!!!!

Figlio: non lo sopporto più quel rudere di professore…

Genitore: ma questo professore non sarà poi così terribile, noooo?

Figlio: non posso stare seduto in classe senza fare nulla, mi viene il nervoso…

Genitore: Devi imparare a controllarti!!!!

 

COMMENTO. Questo tipo di conversazione rivela un genitore che giudica, critica, ordina e che, quindi, trasmette al figlio insicurezza, svalutazione, disinteresse verso i suoi sentimenti e bisogni. Inevitabilmente blocca il dialogo, fa calare la fiducia e ostacola il processo autonomo di crescita.

 

Conversazione n. 2

Figlio: oggi mi hanno mandato dalla preside

Genitore: ah si, e perché mai?

Figlio: il professore ha detto che chiacchieravo troppo…

Genitore: Davvero, cosa avevi da dire di interessante?

Figlio: non lo sopporto più quel rudere di professore…

Genitore: capisco figliolo, capita che un professore non piaccia…sarebbe bello cambiarlo, ma non sempre è possibile

Figlio: già e forse è meglio che mi ci abituo, tanto non posso pretendere che mi capitino tutti professori che mi piacciono e se mi lascio condizionare rischio di essere bocciato.

 

COMMENTO. Un genitore che ascolta con il cuore, senza giudicare, svalutare, dare consigli, permette al figlio di individuare da sé i motivi della punizione, di liberare i propri sentimenti di rabbia verso il professore, di valutare le conseguenze delle sue azioni. Sentendosi accettato e considerato per quello che è, acquisisce sicurezza in sé, fiducia verso il genitore e compirà da solo il processo che lo porterà a trovare la soluzione del problema.

 

Saper comunicare, questo fa la differenza, certamente, ma è un po’ come imparare una nuova lingua. Il segreto è impadronirsi delle abilità chiave per la vita con la pratica e l’allenamento, così come si fa quando vogliamo svolgere con competenza una qualunque professione o attività. 

 

Orietta Matteucci

 

 

 

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