Come Costruire una Relazione Gratificante con i Figli

A volte, noi genitori, non riusciamo a comprendere intimamente i nostri figli e quando ciò accade i figli vanno a cercare pericolosi punti di riferimento fuori dalla famiglia e possono trovarli nei ragazzi più grandi, negli amori precoci, negli adulti non corretti.

 

I genitori hanno le capacità naturali per comprendere i sentimenti dei figli, aiutarli a crescere sani ed essere il loro punto di riferimento, ma, a volte il poco tempo che resta della giornata, lo stress, l’ansia di fare bene sembrano creare come un corto circuito nella comunicazione generando incomprensioni e malesseri. Anche i bambini molto piccoli possono dare segni di sofferenza se per esempio si sentono trascurati.

 

Quali sono i segnali che i genitori possono cogliere? Per esempio, la paura del buio, dei ragni, la disperazione e l’angoscia quando il bambino viene lasciato all’asilo, possono rivelare che sente il bisogno di essere rassicurato nell’affetto che si prova per lui. Potrebbe accadere che si tenga tutto dentro, che appaia tranquillo, ma che non abbia voglia di giocare o socializzare e preferisca starsene in disparte abbracciato al suo orsetto. A volte potrebbe avere improvvise esplosioni di rabbia.  Il non sentirsi riconosciuto nei suoi sentimenti potrebbe farlo sentire non amato, non importante, potrebbe nascere la paura dell’abbandono e sviluppare disadattamenti.

 

Come si può costruire una relazione gratificante?

 

Sempre più spesso i genitori, devono organizzare, come se fossero dei manager, ogni minuto della loro giornata e di quella dei figli. Sono assorbiti dalle mille incombenze quotidiane, dai loro problemi personali e non si accorgono se i figli hanno delle esigenze particolari e importanti.

 

Nella vita familiare si possono presentare momenti difficili come una separazione, un lutto, una grave malattia. Essere presenti affettivamente in questi casi, diventa ancora più complicato. Sarebbe bello e proficuo mettere per qualche momento da parte i problemi dei “grandi” e ascoltare i figli con il cuore per riconoscere e comprendere le emozioni che provano senza dare subito consigli e soluzioni, ma aiutarli a trovarle da sé. Intervenire precocemente è la soluzione migliore, perché per di più nell’infanzia i circuiti nervosi ed emotivi sono in formazione e si può evitare che gli eventuali disagi si strutturino profondamente.

 

Probabilmente non sarà facile staccare la spina da tutti i problemi per dedicare del tempo esclusivo ai figli, soprattutto se si è stanchi, nervosi e così si finisce, tra inevitabili sensi di colpa, con il lasciarli soli davanti alla TV.  A proposito della TV, sia essa la scatola delle meraviglie o il mostro da demonizzare, c’è da dire che il flusso continuo di immagini, cui i bambini potrebbero essere esposti non permette loro di riflettere su quanto hanno appena visto, in quanto le immagini stesse e i suoni sommergono immediatamente quelli precedenti, né ovviamente consentono ai bambini di inserirsi in un dialogo con persone reali, né di essere ascoltati. Tutto ciò potrebbe contribuire, giorno dopo giorno,  ad alterare lo sviluppo cognitivo, emotivo e la capacità di concentrazione. In questo scenario diventa difficile per il bambino costruirsi il proprio spazio mentale, la propria identità e crescere equilibrato e sano nel corpo e nella mente,  perché ciò che viene trasmesso condizionerà i suoi pensieri e le sue scelte. Il rischio è un vuoto emotivo, quel vuoto che potrà essere colmato solo dal calore che potrà ricevere da un abbraccio affettuoso, dalla gioia che potrà vedere negli occhi di mamma e papà mentre ascoltano i suoi sogni, desideri, progetti e costruiscono giorno dopo giorno una relazione gratificante.

 

 Orma

 

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