Counseling aiutare ad aiutarsi

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Nel 1951 Carl Rogers indicò il counseling come una relazione nella quale il cliente viene aiutato ad aiutare se stesso senza rinunciare alla propria responsabilità e libertà di scelta. Non si tratta di un intervento psicoterapico per curare disturbi mentali, ma di un intervento che riguarda problemi limitati e specifici all’area dei conflitti che causano ambivalenza e richiedono scelte e decisioni complicate o difficili da compiere.

 

Si tratta di un intervento di supporto diretto al superamento delle difficoltà di adattamento rispetto a particolari situazioni quali prendere decisioni, migliorare la relazione con se stessi, con il partner, i figli, i colleghi, affrontare un lutto, una malattia, la perdita del lavoro, una separazione, un divorzio, ecc. che generano ansia, rabbia, stress e che possono momentaneamente bloccare la vita. Il counseling, nel suo aiutare ad aiutarsi, può essere di grande utilità per riavviare la vita tramite il raggiungimento dell’atteggiamento positivo del saper essere empatici, quella abilità chiave che apre alla tolleranza, alla solidarietà alla cooperazione per il bene individuale e comune.

 

I counselors, come dei personal trainer, allenano il cliente a fare emergere le abilità utili a permettergli di gestire nel miglior modo e di superare le difficoltà, le divergenze, i conflitti che accadono prima che a lungo andare diventino ingestibili. Sono professionisti specializzati nell’approccio umanistico pluralistico integrato e accolgono, ascoltano, sostengono empaticamente la persona al fine di fare emergere le potenzialità positive che in quel dato momento sono sommerse dalle negative per ristabilire un equilibrio che possa permettere di prendere le proprie decisioni in piena libertà….aiutandolo ad aiutarsi da sé.

 

La redazione

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