Cybersesso moderna dipendenza

Cybersesso moderna dipendenza. Il sesso virtuale genera chiusura verso il mondo esterno, isolamento e introversione in chi lo pratica

cybersessoI dati sui cyber-sexual abuser indicano che in Italia dalle 40.000 alle 80.000 persone sono prevalentemente uomini, ma che le donne sono in aumento: è nato il cybersesso moderna dipendenza.

Commenta il fenomeno il professor Daniele La Barbera docente di Psicoterapia presso l’Università degli Studi di Palermo e presidente della Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei nuovi media.

Il  Professore considera, dal punto di vista clinico, le varie tipologie di offerta che il mercato del cybersesso,  sesso virtuale, produce e  il profilo psicologico del cyber consumatore: “Definirei tutto questo ambito come quello dei “comportamenti sessuali tecnomediati”. In questo calderone di situazioni ci sono comportamenti molto vicini alla normalità, e poi tutta una serie di altri comportamenti che, invece, possono essere a rischio di questa dipendenza moderna, o diventare francamente compulsivi, cioè involontariamente obbligatori, coatti e ripetitivi.

La psicologia di questi comportamenti non è unica, così come non è unica la modalità di dipendenza di comportamenti sessuali tecnomediati, modalità molto varia, perché riguarda una serie di canali sostanzialmente differenti dal punto di vista psicologico. Ci sono siti Internet che offrono materiale pornografico, raccolto a volte attraverso archivi organizzati, che contengono varie tipologie di immagini, il più delle volte con video.

Ci sono siti più recenti che consentono invece di collegarsi, per esempio, con una giovane donna che si spoglia on line, con la quale è possibile comunicare. L’elemento psicologico forte che contraddistingue queste diverse maniere di consumare il cybersesso, il sesso virtuale, è proprio l’interattività. Si parte dalle situazioni in cui è assente, alle situazioni in cui è molto elevata: per esempio tutte quelle dimensioni che si realizzano in chat. Qui però è opportuno fare delle precisazioni, perché una cosa è la chat a due e un’altra è la cosiddetta stanza in cui si realizzano atmosfere sessuali in gruppo. A seconda dei gusti, con livelli di gratificazione diversi.

All’interno di queste diverse modalità ci sono casi in cui evidentemente prevale una situazione di chiusura verso il mondo esterno, di introversione, da parte della persona che consuma cybersesso, sesso virtuale. L’interpretazione più tradizionale attribuisce delle sfumature anche di tipo sessuofobico, cioè chi consuma sesso on line ha una fondamentale paura della relazione fisica concreta, una forte difficoltà alla relazione affettiva interumana e preferisce canalizzare queste energie in una situazione protetta, difensiva, contraddistinta da una dimensione quasi fobica del contatto reale.

Ma questo è vero soltanto in parte, infatti noi constatiamo situazioni di abuso e dipendenza anche in soggetti che dispongono di buone risorse relazionali e affettive, ma che sviluppano questa modalità aggiuntiva e moderna di consumo di cybersesso, di sesso virtuale.

Potremmo dire, non a partire da una paura del sesso vero, ma con un atteggiamento che inizialmente è di tipo ludico. Alcuni mantengono questo aspetto sotto controllo, in altri c’è un coinvolgimento progressivo, che può portare alla compulsività con la necessità di collegarsi per un numero di ore sempre crescente, anche fino a 15 al giorno, e quotidianamente.

Cosa contraddistingue questo sexual – abuser dall’erotomane che si serve di mezzi più tradizionali come le riviste o i filmini? E’ che comunque in alcuni soggetti la possibilità di realizzare tutto questo attraverso lo strumento tecnologico rende l’esperienza più gratificante perché richiama la possibilità di un elemento di gioco, dà la sensazione cioè di giocare con uno strumento.

Ma se il bisogno non può essere soddisfatto e la dipendenza è interrotta bruscamente, cosa succede nella mente di questa persona?

Come in tutte le condotte di dipendenza aumentano i livelli di ansia, aumentano i livelli di tensione psichica e aumenta il nervosismo, disagio che rende già evidente la dipendenza.

E le donne?  Sono in aumento nella cyber-sexual addiction,  ma anche se sono meno soggette a casi di dipendenza,  mantengono uno spazio per una dimensione di tipo affettivo o sentimentale che è il loro approccio più caratteristico. Anche sulle chat line prediligono una situazione che è più legata allo scambio affettivo, alla comunicazione sul quotidiano, alla comunicazione intima.” – conclude il professor La Barbera.

Fausta Orlando, da dica33.it

I commenti sono chiusi.