Donne e Uomini Sesso Amore e Violenza

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Donne e Uomini Sesso Amore e Violenza

Ogni giorno i mass media ci rovesciano addosso situazioni di violenze anche efferate. Tuttavia, sembra che gli uomini violenti siano una piccola percentuale, il 12% è violento ogni tanto e l’8% è violento sempre. Una percentuale che di certo dovrebbe essere azzerata in una società che vuole definirsi civile. In questi uomini c’è un’incidenza importante di un disturbo di personalità. Si tratta di gravi problemi psichiatrici e psicologici, dai risvolti sociali importanti e che vanno affrontati sotto vari profili e nelle sedi opportune.

 

La violenza un fenomeno complesso

Appare chiaro che la violenza sulle donne è un fenomeno che può essere compreso, prevenuto ed eliminato solo considerando la complessità e l’intreccio dei fattori che l’originano. Tra questi fattori uno è indice di una problematica molto più estesa, che si verifica nella vita di tutti i giorni, in ogni contesto sociale e che, direttamente o indirettamente, riguarda ciascuno di noi. Si tratta di una problematica molto significativa per una società che si proclama egualitaria: si tratta del rapporto uomo-donna. Lo sviluppo della supremazia patriarcale risulta diffuso nel tempo e nello spazio, per millenni e in ogni dove, presentandosi come trasversale alle molteplici culture e alla complessità dei gruppi sociali.

Nonostante siano trascorsi oltre cento anni da quando è stata riconosciuta dalla cultura occidentale la parità dei diritti uomo-donna, ogni giorno siamo bombardati da una miriade di messaggi che in qualche modo continuano a sancire la supremazia dell’uomo sulla donna. Ne sono prova, tanto per fare un esempio, le pressioni che la donna riceve, in particolare nel mondo del lavoro, volte a ottenere rapporti sessuali in cambio di favori.

 

Perché alcuni uomini considerano la donna un oggetto da possedere?

La spiegazione secondo alcuni studiosi, oltre che culturale potrebbe essere anche scientifica. Le caratteristiche e l’evoluzione nei millenni del cervello umano si sono sviluppate in modo complesso e articolato (Blundo e Ceccarelli, 2011). Il cervello umano è composto di tre parti (P.D. McLean) che agiscono in modo sinergico, ma anche autonomo. La prima, quella più antica, la rettiliana, presiedeva in modo automatico alle funzioni vitali di base quali respirazione, regolazione battito cardiaco, ecc. finalizzate alla prosecuzione della specie attraverso anche il rapporto sessuale anticamente fatto di dominio e sottomissione (Eibl-Eibesfeld, 1970); la seconda, la limbica, comparsa con i mammiferi, è stata promotrice dell’accudimento della prole e della socialità positiva; la terza, la neocorteccia, comparsa più di recente, presiede alle funzioni cognitive superiori quali, per esempio, pensiero, linguaggio, progettazione, ecc. Lo sviluppo di questa parte cognitiva permette di coordinare impulsi primari, socialità, emozioni.

 

Donne e Uomini Sesso Amore e Violenza. Gli istinti primordiali

Tale spiegazione non porta a minimizzare la gravità della violenza, anzi al contrario, vuole puntare l’accento sulla necessità di riconoscere e abbandonare quei comportamenti primitivi, zavorra che ci portiamo dietro e che non ha ragione di essere alimentata. La sessualità ha perso la sua funzione primitiva unicamente riproduttiva e dovrebbe essere volta al consolidamento affettivo del legame con una persona specifica e con la prole. Tuttavia, va rilevato che da diversi anni media, filmografia, televisioni e marketing stanno associando in modo massiccio il corpo femminile alla vendita dei loro prodotti. Attraverso la continua esibizione di corpi femminili pressoché nudi, vengono offerti stimoli che vanno a eccitare la così detta parte rettiliana dell’area della sessualità maschile. L’immagine, per esempio, che nel 2016  Dolce&Gabbana hanno scelto per pubblicizzare il loro marchio è stata molto offensiva per la donna.

 

Il valore di una persona ricondotto esclusivamente al suo sex-appeal e alla sua disponibilità ad essere usata come oggetto sessuale, la pornografia che impone la sessualità in modo inappropriato e al di fuori di contesti emozionali e affettivi, sono messaggi devianti per l’uomo, per la donna e per le nuove generazioni. In questo clima dove sono facilitati egocentrismo e permissivismo, appare complicato costruire legami e relazioni sentimentali nel rispetto della reale parità di diritti: l’altro non è più un essere umano con cui identificarsi, ma a volte diventa un oggetto da consumare! Ogni giorno, una sovrabbondanza di immagini sembra invitare inconsciamente bambine, adolescenti e donne a costruirsi una identità di genere fortemente modellata a valorizzare eccessivamente il proprio aspetto esteriore anziché ancorare saldamente il proprio valore di donna, a competenze concrete e a qualità interiori.

 

L’Educazione ai Sentimenti

Alla luce di ciò, nonostante i notevoli progressi che la condizione della donna ha fatto negli ultimi decenni, la crescita “al femminile” rappresenta ancora una sfida educativa molto impegnativa. Ma appare altrettanto chiaro che anche l’uomo è chiamato a crescere e la sfida educativa è per lui altrettanto se non maggiormente, impegnativa. Alla base di questa crescita e quindi dello sviluppo sociale, morale ed etico dell’individuo è imprescindibile che ci sia una sana comprensione e accettazione delle caratteristiche biologiche e comportamentali di entrambi. Oltre all’informazione occorre fornire concreti strumenti metodologici di riflessione e di azione volti all’acquisizione delle capacità emotive, sociali, cognitive necessarie a sviluppare l’Intelligenza Emotiva. Media e Marketing dovrebbero impegnarsi a diffondere messaggi davvero egualitari che promuovano la complementarietà dei ruoli uomo donna e che non distorcano l’idea della sessualità. Il sesso è una pulsione naturale ed è fonte di gratificazione e benessere, ma c’è differenza tra una sessualità puramente pulsionale e libidica e la sessualità emotiva, fonte di intimità e di amore!

 

In conclusione

Le Istituzioni  dovrebbero avviare sani progetti che coinvolgano fattivamente genitori e insegnanti nello sviluppo delle capacità per interagire in modo appropriato con gli altri esseri e con il Pianeta, da trasmettere, poi,  alle nuove generazioni. Occorre, in definitiva, applicare quanto indicato 30 anni fa dal Documento WHO’93 Skills for Life diramato dall’OMS. Comprendere l’urgenza di  formare alla cultura egualitaria basata sulla reale conoscenza e accettazione dell’altro significa occuparsi responsabilmente del nostro futuro.

 

Orietta Matteucci

 

Bibliografia: Psicologia Contemporanea

 

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