Intelligenza Emotiva Capacità Chiave nel Lavoro

 

emisfero_destro_sinistro

Fino a non molti anni fa la professionalità di un individuo si valutava esaminando il successo scolastico ed esaminando gli indici razionali, logici e matematici del QI (Quoziente Intellettivo).

 

Recenti studi scientifici hanno indicato che l’amore in senso lato è un comportamento adattivo della specie umana il cui scopo è quello di rendere le persone più forti e più capaci di affrontare le prove che pone la vita, in particolare, quelle più dure. Questa scoperta negli ultimi decenni ha destato molto interesse in ambito accademico e numerose ricerche hanno permesso di rilevare e misurare gli aspetti specifici delle capacità adattive degli esseri umani. Indici come il QI o il successo scolastico non sono più considerati sufficienti per definire il grado di adattamento sociale degli individui. Oggi è necessario possedere anche le abilità chiave  per operare ed inserirsi nel miglior modo nella vita di tutti i giorni interagendo in modo appropriato con gli altri, siano questi il partner, i figli, i colleghi, le altre persone, il Pianeta che ci ospita.

 

Riconoscere, esprimere e gestire le emozioni, aiuta a sviluppare l’empatia e l’intelligenza emotiva. Il cervello è composto da due emisferi, quello destro,  intuitivo, emotivo, creativo,  e quello sinistro logico e razionale: il poeta e l’ingegnere. I bambini usano l’emisfero destro e colgono l’aspetto emotivo delle parole, il tono della voce, la mimica facciale. Crescendo apprendono il significato logico delle parole e imparano a costruire il linguaggio collegando le parole ad un suono, ad una espressione del viso, ad una immagine associata a ciò che stanno provando in quel momento. Diventa quindi fondamentale inserire nel dialogo le emozioni  e viverle insieme. Se un bambino davanti ad un gelato sorride elettrizzato, emette gridolini e muove freneticamente le manine, gli si può dire, per esempio, che il gelato è proprio buono e che gli piace così tanto da fargli spalancare gli occhi, sorridere e saltellare per la gioia. Un percorso analogo si può fare per fargli riconoscere la rabbia, la paura, la tristezza. Illustrando le emozioni si permette al piccolo di  riconoscerle, gestirle, comprendere il bisogno che celano (del gelato, di evitare il dolore fisico, di non essere abbandonato, umiliato, prevaricato, ecc.) che preme per essere soddisfatto e di passare all’azione di soddisfacimento.

 

Senza questo collegamento tutta l’energia contenuta nell’emozione verrà legata solo alla soddisfazione o meno del bisogno e non si potrà comprendere se è davvero quel bisogno che si vuole soddisfare.  Quando un bisogno  è ripetutamente nascosto, verrà poi fatalmente negato e represso per evitare sofferenze, ma fatalmente continuerà a premere sempre più forte generando nel tempo frustrazioni, disorientamenti, disadattamenti.

 

Le emozioni rivestono, dunque, un’importanza straordinaria nella vita umana. Sono la bussola che ci guida nelle nostre scelte,  che determina il nostro modo di comportarsi e il successo nella vita affettiva, familiare, lavorativa. Per questo è fondamentale possedere nel curriculm scolastico le abilità chiave per la vita e un buon Quoziente anche di Intelligenza Emotiva come indicato fin dal 1993, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel Documento WHO’93 Life Skills Education in Schools.

 

La Redazione

 

I commenti sono chiusi.