Il Perfezionista autodistruttivo

Il_perfezionista_autodistruttivoIl Perfezionista autodistruttivo. Fare sciocchezze come quelle che fanno gli esseri normali e scoprire di non essere perfetti procura perfino sollievo!

 

La società deve fare i conti sempre più con l’influenza potenziale della cultura sullo sviluppo di atteggiamenti perfezionistici osservabile nella pubblicità, nella letteratura, nei sistemi scolastici, nel linguaggio, nello sport, nelle dottrine religiose.

 

Appare chiaro che un po’ di perfezionismo è utile per raggiungere il successo, ma quando il perfezionismo diviene autodistruttivo?

 

Chi è il perfezionista autodistruttivo?

 

È colui che si sforza di raggiungere mete impossibili misurando il proprio valore solo in termini di successo e produttività. È un individuo sempre sulle difensive, in corsa con il tempo e con le scadenze.

 

Questo modo di comportarsi allontana e delude gli altri, causando proprio quella disapprovazione che il perfezionista di più teme, rafforzando fatalmente la convinzione irrazionale che per essere accettati bisogna essere perfetti.

 

La morbosa sensibilità all’accettazione da parte degli altri impedisce, inoltre, al perfezionista, un’intima comunicazione delle proprie emozioni e bisogni e lo priva ancora di più dell’accettazione incondizionata che desidera più di ogni altra cosa al mondo e che, inevitabilmente, non potrà mai ottenere attraverso l’affermazione di sé.

 

Il perfezionista autodistruttivo ha difficoltà ad accettare qualsiasi ruolo personale che non sia quello del Numero Uno e quando si accorge di essere, invece, nella media reagisce con ansia, frustrazione, rabbia, depressione e perfino con panico.

 

Quando applica ad un’altra persona il suo modello eccessivamente alto, rimane immancabilmente deluso. L’altro reagisce con risentimento, lui si infastidisce divenendo ancora più esigente e così finiscono con l’esasperasi a vicenda.

 

Pensieri negativi dicotomici del tutto nero o del tutto bianco, di generalizzazione del tipo che un avvenimento negativo debba ripetersi continuamente, della tirannia del “dovrei” contribuiscono al disagio non solo psicologico, ma anche fisico del perfezionista autodistruttivo.

 

Le ricerche sulle origini del perfezionismo autodistruttivo conducono, generalmente, ad un ambiente familiare scarsamente affettuoso dove le emozioni non vengono espresse, con il risultato di frustrare il naturale desiderio/bisogno di sentirsi amato e accettato.

 

Un genitore perfezionista personalizza le normali difficoltà del figlio concludendo di essere un genitore inadeguato, reagisce non con amore e comprensione, ma bensì con riprovazione, critiche e consigli facendo sentire, immancabilmente, il piccolo umiliato e pieno di vergogna. Nel bambino si rafforza la convinzione che l’insuccesso sia una cosa grave e cercherà la perfezione a tutti i costi. In sostanza genitori e bambini diventano prigionieri di un circolo vizioso dal quale diviene complicato uscire. È interessante osservare i bambini che vengono avviati alla pratica di sport, in particolare, a quella del calcio. I blocchi della comunicazione

 

Cosa fare dunque? Fare, per esempio, un elenco dei vantaggi e degli svantaggi del perfezionismo e se tra questi ultimi prevale il timore di provare nuove cose, un’autocritica che toglie la gioia di vivere, l’intolleranza verso le opinioni e lo stile di vita degli altri, di essere in tensione perché c’è sempre qualcosa che non è perfetto, di essere considerati pignoli e intransigenti, allora si potrebbe cominciare a fare qualche “sciocchezza” come quelle che fanno gli esseri normali e scoprire che non essere perfetti procura perfino sollievo!

 

Orma

 

Il Perfezionista autodistruttivo. Fare sciocchezze come quelle che fanno gli esseri normali e scoprire di non essere perfetti procura perfino sollievo!

 

 

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