La figlia sfascia una auto e la madre denuncia

La figlia sfascia una auto e la madre denuncia. Madre coraggiosa  vede in TV la figlia che sfascia una auto e la denuncia

londra_scontri_giovanili, madre coraggioCirca il 30% dei fermati nei tribunali inglesi sono minorenni: la responsabilità, secondo i giudici, non è della società postmoderna, ma dei genitori.

Dopo i recenti scontri di Londra, violenze, saccheggi, crimini,  è chiaro che nelle famiglie inglesi qualcosa non va in termini di educazione e di vigilanza dei propri figli e si è puntato il dito soprattutto sui padri visto che il 92% degli arrestati sono maschi.

I giovani protagonisti della guerriglia sono di diverse origini religiose, razziali, sociali uniti dalle moderne tecnologie e da una rabbia diffusa verso tutto il mondo degli adulti da cui si sentirebbero traditi.

Uno dei giudici, Elizabeth Roscoe, si è trovata davanti una quattordicenne colta in fragrante mentre usciva da un negozio portandosi via borse piene di CD, vestiti, profumi che aveva appena rubati e l’ha rilasciata solo dopo che sono venuti i suoi genitori a riprenderla, dicendole che si doveva considerare fortunata, perché molti non hanno avuto nessuno che sia venuto a prenderli.

Le parole del giudice hanno colpito l’opinione pubblica che ha reagito.

La figlia sfascia una auto e la madre denuncia. La madre che ha riconosciuto tra i vandali la figlia Chelsea Ives, ambasciatrice alle prossime Olimpiadi l’ha denunciata e molti genitori hanno organizzato cortei per invitare gli altri a riprendersi l’educazione dei propri figli.

Quel che è emerso è che le famiglie dei fermati erano assenti o con genitori incapaci di instaurare un vero dialogo con i figli e che gli adolescenti sentendosi incompresi, hanno cercato punti di riferimento fuori della famiglia spingendosi a compiere atti vandalici e a rubare oggetti griffati.

La solitudine, soprattutto quella interiore, può spingere oggi a socializzare attraverso i network. Ma purtroppo, si tratta di una socializzazione virtuale capace di fare scendere in piazza in pochissimi minuti migliaia di giovani, ma che non permette loro di riconoscere le emozioni proprie e quelle degli altri, perché le emozioni per riconoscerle si devono provare stando vicino alle persone, guardandole negli occhi, stringendo la mano e questo il web non lo permette.

La madre coraggiosa ha insegnato che si può tentare di ristabilire un’intesa con i propri figli, basta volerlo, preoccupandosi per loro fino anche a denunciarli se occorre, ma cercando poi di aprire un dialogo dando spazio alle emozioni e bisogni reciproci.

E in Italia? L’Associazione Onlus Bambino Oggi…Uomo Domani è convinta che prevenire il disadattamento dei giovani sia la migliore cosa, magari a partire dalla nascita dei bambini, e per questo da qualche anno sta realizzando nelle scuole primarie il progetto Comunichiamo Positivamente.

L’obiettivo è quello di aiutare a trovare le risorse personali di ciascuno per affrontare nel miglior modo le inevitabili frustrazioni e conflitti della vita quotidiana.

Professionisti specializzati nella gestione positiva delle relazioni interpersonali, incontrano genitori e insegnanti per offrire l’opportunità di avviare insieme un processo di comunicazione efficace basato sul riconoscimento delle proprie emozioni e dei propri bisogni e di quelli dell’altro, che le persone saranno poi in grado di continuare da sole in famiglia, nella società nei luoghi di lavoro.

la redazione

I commenti sono chiusi.