Scolari legano un disabile

Scolari legano un disabile. Uno sconcertante episodio di grave bullismo ai danni di un disabile che scolari legano nel bagno

scolari_legano_un_disabileGiovanissimi scolari a Fiumicino legano un disabile ad una sedia e lo lasciano ad urlare nel bagno.

Ancora un episodio sconvolgente che si aggiunge a molti altri, che genera disorientamento e sgomento, ma che pone seri interrogativi.

Perché i giovani sembrano essere ogni giorno che passa sempre più violenti specialmente verso i più deboli?

“Per esserci devi apparire” questo è il messaggio che viene inviato in pratica da molta pubblicità, da molti programmi televisivi e da certa stampa.

L’ostentazione sembra legata al fortissimo bisogno di esserci e di esistere in qualche modo, soprattutto per gli adolescenti, che spesso vivono il dolore di non sentirsi visti e riconosciuti nei loro bisogni.

Il dolore a volte poi diventa rabbia e la rabbia si trasforma in violenza di ogni tipo, contro i più deboli o contro se stessi, pur di attirare l’attenzione e dire “io esisto!”

Consigli e soluzioni sembrano servire a poco, le misure antibullismo e contro la violenza prese dalle scuole o dalle forze dell’ordine non appaiono abbastanza risolutive, la crisi di valori umani ed etici è percepibile e molto spesso gli atti di bullismo si traducono nell’età adulta in mobbing e stalking: cosa fare dunque?

Cosa fare quando davanti ci troviamo uno zoccolo duro da abbattere, quello della diffidenza, del narcisismo moderno, della poca voglia di mettersi in gioco, dell’abitudine e impermeabilità alle vicende negative che si verificano ogni giorno e che forse molti immaginano debbano accadere sempre e solo al vicino di casa?

Potrà apparire una indebita semplificazione, ma l’ipotesi che appare più percorribile è quella di cominciare dal basso, dalle fondamenta del sistema, cioè dai bambini. Possiamo quindi aiutarli, attraverso genitori e insegnanti, a sviluppare progressivamente una modalità di comunicare positiva che permetta a loro stessi e anche agli adulti, di superare le difficoltà quotidiane, i conflitti, le divergenze. Possiamo fare in modo che non restino prigionieri della successione delle tante indistinte emozioni, ma siano aiutati a riconoscerle in una progressiva educazione ai sentimenti; che non restino ammaliati dal disordinato accavallarsi dei messaggi mediatici a loro indirizzati, ma siano educati a saperli decodificare, ordinare e sintetizzare; che non restino a galleggiare nella confusione di cui tutti noi soffriamo, ma siano aiutati a sviluppare progressivamente il senso di responsabilità; che non si disperdano nel vuoto lasciato dalla mancanza di valori, ma siano aiutati ad apprezzare le virtù della tolleranza, della solidarietà, del rispetto degli altri e della natura.

Ogni genitore ama i propri figli e desidera per loro il migliore futuro, ogni insegnante vorrebbe rimanere nel cuore dei suoi allievi.

Questa è la premessa che ha fatto nascere l’idea del Progetto Comunichiamo PositivaMente che Bambino Oggi…Uomo Domani Onlus sta realizzando da alcuni anni nelle scuole primarie. Non si tratta di fare lezioni o di dare suggerimenti, ma di avviare insieme nella pratica un processo di comunicazione positiva che le persona saranno in grado di proseguire autonomamente.

I bambini amati e tenuti in considerazione, educati alle difficoltà della vita, a gestire le frustrazioni sin dalla più tenera età, svilupperanno una sana autostima, saranno in grado di elaborare e gestire la rabbia e l’angoscia trasformandole in uno strumento di crescita e non saranno mai  scolari che legano un disabile nel bagno.

Orma

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