Trentenni ancora genitori dipendenti

trentenni_ancora_a_casaTrentenni ancora genitori dipendenti. Molti trentenni sono ancora genitori dipendenti incapaci di progettare il loro futuro

“La situazione psicologica di molti giovani trentenni  ancora genitori dipendenti che vivono  con mamma e papà è molto seria”  afferma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta dell’Unità Operativa Attacchi di Panico presso la Clinica Paideia di Roma e Presidente dell’EURODAP, Associazione Europea Disturbi Attacchi di Panico,  ” bloccati dall’incertezza di un’occupazione e incapaci di ricercare autonomia, indipendenza e realizzazione del sé. Rimangono quindi sotto l’ala di mamma e papà senza essere in grado di progettare il loro futuro”

“Nell’Unità Operativa Attacchi di Panico – spiega la Vinciguerra – abbiamo avuto la possibilità di osservare proprio questa tipologia di giovani, tra i 20 e i 30 anni, con titoli di studio diversi, lavoro precario e ancora dipendenti dalla famiglia. Questi ragazzi e ragazze presentavano un atteggiamento di lassismo e egoismo diffuso, ma che era solo apparente. In realtà nascondevano un forte disagio che li ha portati a soffrire di attacchi di panico, depressione, stati d’ansia generalizzata, in alcuni casi di tossicodipendenza, di alcolismo e presentavano comportamenti compulsivi”.
“Ci siamo trovati davanti a ragazzi che sono ancora bambini però con le pretese di adulti – dice la psicoterapeuta – Quando non si dà corso alla naturale spinta vitale dell’autonomia, della realizzazione, della progettualità si crea nell’individuo una sorta di blocco delle energie che si tramuta in un’autoaggressione.
Questi giovani scelgono d’illudersi di poter rimanere piccoli e protetti nell’ambito familiare, rimandano l’organizzazione e la realizzazione della loro vita ad un domani…’ ma tutto ciò ha un costo psicologico.
La mancanza assoluta di certezze nel futuro dal punto di vista lavorativo è il primo elemento che scatena nei giovani il blocco di energie. Questi ragazzi vivono solo il presente e i genitori purtroppo non sono in grado di aiutarli. L’atteggiamento delle madri e dei padri superprotettivi, modello educazionale che impera nella nostra società, crea molti danni”.
Per uscire dalla fase trentenni ancora genitori dipendenti, suggerisce la Vinciguerra “bisogna evitare l’atteggiamento vittimistico che ci fa chiudere e deprimere invece di cercare delle soluzioni, dobbiamo fare uno sforzo adattativo e cercare di divenire noi il nostro punto di forza. Non scoraggiarsi: è importante ripetersi che le persone che valgono alla fine avranno successo nel lavoro come nella vita e che questo sarà il nostro caso se continuiamo ad impegnarci.
Bisogna investire sulla formazione: in un mercato del lavoro così competitivo è necessario saper fare qualcosa in più, non sottovalutando che fare un corso d’inglese o d’informatica apre porte al di là dei nostri confini geografici, vista la nuova dimensione europea. Bisogna essere creativi: cerchiamo percorsi professionali alternativi che tengono conto dei nostri interessi e delle nostre attitudini”.
da italiasalute.it
Trentenni ancora genitori dipendenti

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