Perché diciamo parolacce?

perche-diciamo-parolaccePerché diciamo parolacce? la parolaccia è segno prima di tutto di mancanza di rispetto verso se stessi, ancor prima che verso gli altri.

 

Senza dubbio è diventato molto comune dire parolacce, si sentono ovunque e da chiunque. Il mondo dello spettacolo è strapieno di parolacce. Inoltre le parolacce si scrivono nelle e-mail, su WhatsApp, sulle bacheche di Facebook e di altri social. Perfino alcune pubblicità ne fanno uso. Influenzati da tivù e media e dal cattivo esempio degli adulti, i giovani parlano sempre peggio, infarcendo sempre di più il discorso di parolacce.

 

Perché diciamo parolacce? Le cause

Magari siamo arrabbiati o frustrati, vogliamo attirare l’attenzione per mostrare quanto siamo forti, vogliamo sfidare l’autorità o ci vogliamo uniformare agli altri. La parolaccia sembra un segno di dominio, ma in realtà è tutto il contrario. E’ mancanza di autocontrollo. E’ dipendenza: non ragiono, uso il turpiloquio. Il fatto più grave è che è segno prima di tutto di mancanza di rispetto verso se stessi, ancor prima che verso gli altri. Offende più chi la dice che chi la riceve, perché chi la dice, non ha autocontrollo: è in preda all’orgoglio e alla rabbia. Oggi, se uno dice grazie e per favore è considerato uno “sfigato”, se lascia il posto a sedere a un anziano, è ridicolo. Se un signore per gentilezza cede il passo a una signora, è visto con sospetto; se osa fare il baciamano è considerato perlomeno un babbeo.

 

Perché diciamo le parolacce? Devono far parte della nostra lingua?

I promotori di una Campaign for Courtesy (Campagna per la Cortesia), in Gran Bretagna, chiedono ai media cartacei e digitali, all’industria cinematografica, ma soprattutto alla radio e alla televisione di moderare il proprio linguaggio. Questo tipo di linguaggio danneggia la cultura. A 5 anni i bambini ripetono, spesso tra i sorrisetti compiaciuti dei genitori, quello che ascoltano in tivù. Il modo di parlare di questo passo diventerà sempre più trito, volgare, banale!

 

La Campagna per la Cortesia appare un buon esempio da seguire?

È innegabile che oggi stiamo vivendo una profonda crisi sociale siamo in piena emergenza educazione in particolare dei giovani, che si trovano anche a dover fare i conti con la mancanza di valori forti, con genitori che rinunciano a fare i genitori e che li considerano come teneri e allegri compagni di giochi o amici con cui condividere emozioni piacevoli.

 

Cosa fare dunque? educare all’affettività, a interagire in modo appropriato con gli altri come indicato nel Documento WHO 93 emanato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e nella Carta di Ottawa. Fare ciò significa contribuire a diffondere una cultura che risolleciti in tutti noi, adulti e bambini, il senso di appartenenza ad una comunità più vasta e che ci induca a modificare comportamenti e stili di vita per investire risorse sul futuro a vantaggio di una vita decorosa per tutti e…senza parolacce!

 

Orietta Matteucci

 

Perché diciamo parolacce? la parolaccia è segno prima di tutto di mancanza di rispetto verso se stessi, ancor prima che verso gli altri.

 

 

 

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