Come rendere felice un bambino e farlo crescere sano nel corpo e nella mente

 

Quando un bambino si sente incompreso, piccoli fatti possono originare  grandi problemi.

 

Un giorno, mi trovavo nelle vicinanze di una scuola, nell’orario di uscita dalle lezioni. Era bello sentire le grida festose dei bambini scalpitanti come puledri e leggere la gioia sui loro visi mentre correvano incontro ai loro genitori. Molti genitori sembravano, però, non trovarsi nello stesso stato d’animo dei loro figli. Li accoglievano ponendo subito una serie di domande: sei stato interrogato? Sei stato bravo? Hai mangiato? Guarda che se non ti comporti bene ti bocciano, ecc. Mancava una lampada diretta in viso e avrei assistito ad un esemplare interrogatorio di terzo grado!

 

Una scena, in particolare, mi ha colpito: un bambino, anziché rispondere alle domande, si è rattristato e, piagnucolando, ha cominciato a chiedere il gelato, poi una merenda, poi un’automobilina. Ai continui rifiuti della madre ha iniziato a rallentare il passo. Ad un certo punto ha squillato il cellulare. La donna si è messa a conversare animatamente ignorando il figlio che, improvvisamente, sceglie di stare zitto rifiutandosi di camminare. La madre lo rimprovera ancora più aspramente, grida che  gli sta facendo perdere tempo, prova a trascinarlo di peso. Il bambino inizia a piangere disperato. La donna alquanto infastidita, senza staccarsi dal cellulare, lo accusa di fare sempre capricci,  di essere un cattivo bambino e lo minaccia di non giocare con lui la sera a casa. Il bambino si ammutolisce e segue, mogio, mogio, a testa bassa la madre.

 

Perché il bambino si ammutolisce?

 

La madre, forse distratta da altri pensieri, si è dimostrata insensibile ai richiami di attenzione e ai sentimenti di gioia del bambino nel rivederla e non ha compreso che magari voleva essere semplicemente abbracciato da lei. Non sapeva che il figlio, aveva bisogno di essere rassicurato sull’affetto che provava per lui. L’indifferenza e i rimproveri hanno generato sensi di colpa, paura e rabbia per la frustrazione del suo legittimo bisogno. Rabbia che ha rivolto prima contro la madre, poi contro se stesso ammutolendosi. L’esperienza ha causato nel bambino notevole sofferenza emotiva cui potrebbero seguirne altre nel tempo stratificandosi una sull’altra e causando disagi sempre più importanti.

 

Proviamo a cambiare l’accaduto

 

Comprendere lo stato d’animo del bambino, normale dopo tante ore di lontananza, scegliere di abbracciarlo, coccolarlo, dicendo, per esempio, “mi sei mancato tanto e non vedevo l’ora di rivederti!” avrebbero tranquillizzato il piccolo. Pochi istanti di attenzione avrebbero aiutato a gestire adeguatamente la paura inconsapevole dell’abbandono. Il bambino si sarebbe sentito amato e rassicurato dal comportamento empatico della madre.

 

L’empatia non è una dote innata, ma si sviluppa imparando, con l’allenamento e la pratica, le tecniche di ascolto e di comunicazione efficace.

 

OrMa

 

 

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