È tutta colpa delle emozioni!

Le emozioni  non sono negative o positive, dipende dall’uso che ne facciamo. Non è tutta colpa delle emozioni!

 

Spiace dover rilevare che quel che manca a molti è proprio la capacità necessaria per riconoscere e gestire appropriatamente il proprio stato d’animo e quello dell’altra persona.

 

Ogni giorno, infatti, le persone litigano tra loro per questioni futili, in un clima di rassegnazione e indifferenza generale, in cui si verificano atti di violenza anche gravi.

 

Se conosco profondamente me stesso, i miei pregi e i miei limiti, allora potrò essere in grado di capire o immaginare lo stato d’animo in cui si trova l’altra persona in quel dato momento e senza esserne travolto. Questa consapevolezza apre al comportamento empatico che mi permetterà di interagire in modo adeguato e comprendere anche se sono capace di prestare aiuto, se l’altro lo chiede.

 

L’essere umano dispone di due menti, una razionale, sede della logica, della progettualità e l’altra emotiva, sede delle emozioni.

 

La scuola insegna a leggere, scrivere, a contare, ma non insegna, quasi mai, le emozioni, anzi, l’educazione e la società, a volte, insegnano, perfino, a reprimerle. Non sanno che quello che viene, inconsciamente ignorato, torna sempre, prende il sopravvento, blocca la vita, falsa la comunicazione tra le persone, spesso, in modo pericoloso.

 

Eppure studi testati a livello internazionale hanno rilevato che un buon Quoziente Intellettivo e il successo scolastico non sono indici o garanzia di felicità e di relazioni interpersonali appaganti. Cuore e cervello devono essere educati a lavorare sinergicamente così da poter affrontare e gestire in modo appropriato gli eventi che accadono nella vita personale, lavorativa, sociale.

 

In definitiva, si tratta di sviluppare, a partire dalla primissima infanzia, l’intelligenza emotiva, un processo che si apprende con la pratica e l’allenamento, guidati così come si fa quando si vuole imparare a svolgere con competenza una professione, un’attività, uno sport.

 

Imparare come riconoscere le emozioni e come comunicarle è, dunque, parte essenziale del percorso di crescita di ciascun cittadino e quindi della comunità, percorso che non può essere improvvisato dai genitori o da insegnanti di italiano, diritto, storia o confuso, per esempio, con l’educazione civica così come proposta dal Parlamento, ma dovrà essere accompagnato da professionisti con provata esperienza e specializzati nella relazione di aiuto e nella comunicazione empatica.

 

Le emozioni sono il principio di tutto, l’energia della vita e determinano la nostra relazione con il mondo. Quando iniziamo a riflettere su noi stessi, avanziamo come specie umana.

 

Orietta Matteucci

 

 

 

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